I 10 migliori parchi nazionali americani

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by Piero - 28 May 2019

Se pensate di aver già visto tutto, ma non avete mai visitato i dieci migliori parchi nazionali americani, allora vi sbagliate. Un giudizio drastico ma realistico, perché il viaggio nelle riserve naturali rappresenta un percorso alla riscoperta dello spazio, della mancanza di confini, della potenza della terra e dei suoi elementi.

L’itinerario che vi proponiamo è ideale per persone che hanno certe caratteristiche: uno spiccato senso di libertà, una curiosità divorante, la capacità di faticare per raggiungere un obiettivo ambizioso. Se vi riconoscete in questa descrizione, il viaggio è tagliato su misura per voi. Purché vi atteniate a due suggerimenti, fondamentali per partire con il piede giusto.

Anzitutto dovete noleggiare un’auto negli Stati Uniti, perché a rendere unici i parchi nazionali americani sono anche le strade che li attraversano e percorrerle con un veicolo comodo e sicuro può davvero fare la differenza per ottenere il massimo. Seconda avvertenza, perfetta per chi ama non buttare al vento le proprie risorse, è quella di procurarsi un “annual pass” dei parchi naturali alla prima sosta. Il costo vale per l’automobile indipendentemente dalle persone che trasporta e se avete in mente di sostare in almeno quattro parchi il prezzo si ammortizza senza problemi.



Grand Canyon

Quando il mondo si capovolge

Una volta nella vita tutti dovrebbero andare a Grand Canyon. Perché in fotografia o nei video si coglie solo marginalmente il senso di potenza della Natura in questo tratto dell’Arizona. Bisogna stare in piedi su uno dei punti di vista del South o del North Rim per capire che cosa significa vedere il mondo al contrario. Esteso su un territorio di 446 chilometri, il canyon scavato dal fiume Colorado è un capolavoro di ingegneria naturale. Il fiume sta sul fondo, voi siete in cima, ma a guardar bene sembra che la montagna sia stata capovolta. L’ideale sarebbe scendere lungo il fiume in canoa o in gommone, ma la lista d’attesa per prenotare è lunga. Se non riuscite ad organizzarvi, dunque, si può guidare lungo le strade del parco, parcheggiare, infilare gli scarponcini e decidere che è venuto il momento scendere verso il fiume, che con il suo suono attutito diventa un richiamo a cui non si riesce a resistere. 

Vette, pareti e alberi giganti

La seconda tappa del viaggio alla scoperta dei parchi americani è lo Yosemite National Park, con le sue pareti di granito che hanno ispirato libri, film e – in generale – sogni in verticale. Corsi d’acqua e cascate abbelliscono il panorama di questa riserva naturale, che si trova nel centro nord della California ed è il paradiso dei climber. Vette come El Captain e l’Half Dome sono la tappa necessaria per chi vuole dimostrare che sa affrontare la Natura e addomesticare la roccia. La vegetazione è lussureggiante, i turisti interessanti e spesso inclini a condividere segreti e suggerimenti. Continuando verso sud si raggiunge il Sequoia National Park, noto per ospitare questi alberi di dimensioni enormi. Dovete fermarvi anche solo per scattare una foto mentre tentate di abbracciare uno di questi giganti che da secoli osservano gli affanni degli uomini e le loro avventure. Sono tra le più antiche creature della Terra, emanano un profumo che si percepisce nell’aria e ci fanno sentire piccoli e poco importanti. Una lezione di umiltà che non guasta in un’epoca di individualismo. Camminare lungo i sentieri che attraversano questa foresta monumentale aiuta a ritrovare equilibrio in noi stessi.

Il deserto conquista l’anima

Un altro luogo fisico ma forse soprattutto spirituale è la Death Valley o Valle della morte, scelta come scenario per film e racconti. Il consiglio è di soggiornare in uno dei lodge che si trovano all’ingresso, al centro o all’uscita della valle. L’atmosfera è insolita, con un silenzio irreale, il caldo intenso che rallenta il movimento e quasi il respiro, lo scenario desertico. Di notte, poi, le stelle si moltiplicano nel cielo, perché l’inquinamento luminoso è ridotto al minimo e stare seduti nel patio a osservarle aiuta a riconciliarsi con sé stessi. Anche il Joshua Tree National Park è una destinazione che suscita pensieri profondi. San Francisco non è lontana, eppure in questa riserva naturale capita di sentirsi davvero come in un mondo selvaggio. A metà strada tra il Deserto del Colorado e il Mojave Desert, presenta paesaggi solitari, con massicci di granito, miniere abbandonate come la Lost Horse Mine, cactus, picchi imponenti e gli alberi di jucca, che sono l’elemento distintivo e ricorrente. Questa è la destinazione che raccomandiamo se amate camminare, andare in mountain bike oppure starvene in pace: un balsamo per l’anima, con il silenzio che ancora si lascia ascoltare, nonostante i turisti.



Zion

Una strada che è già una scoperta

Prima di entrare nel prossimo Stato del vostro viaggio, lo Utah, mettetevi comodi. Sistemate il sedile, scegliete una playlist che vi piace e abbandonatevi al viaggio, perché la strada che attraversa lo Zion National Park è una delle più panoramiche del mondo. È la Autostrada 12, 107 miglia di asfalto che sfiorano parchi naturali e scorrono come il nastro di un film dai colori fantastici. Il viaggio per arrivare a Zion è un incanto di per sé stesso. E la sensazione di stupore e potenza rimane immutata anche di fronte al parco. Formazioni rocciose, cascate, canyon, rocce nei diversi toni del rosso. È sufficiente parcheggiare e percorrere a piedi uno dei tanti percorsi tracciati all’inizio dagli indiani, per comprendere la potenza della Natura e la sua energia dirompente. Esplorate, chiedete, abbandonatevi all’atmosfera del luogo: se oltre tre milioni di visitatori arrivano in questo parco ogni anno, ci saranno delle ragioni! Tra le esperienze da non mancare segnaliamo la passeggiata lungo le Narrows, gole dai profili unici, in cui si cammina, tra rocce e fiume, guadando il corso d’acqua e passando accanto a muri di roccia.

Inseguendo una tavolozza magica

Se amate la pittura e pensare di essere esperti di tele e colori, entrare nel Bryce Canyon National park potrebbe procurarvi qualche incertezza. Perché in questa riserva naturale la roccia assume tonalità difficili da trovare altrove. Circondate da pini verdeggianti, le rocce qui sono rosse, arancioni, ocra, marroni. La Natura si è dedicata a rendere questo luogo davvero unico. Come dimostra anche il fatto che si contano cento diverse specie di uccelli, dozzine di rettili e mammiferi e oltre mille essenze floreali ed arboree. Un catalogo della potenza della Madre Terra, cui dedicare un po’ di tempo, mentre si cammina lungo sentieri che spesso non sono molto frequentati. Prendetevi del tempo, non limitatevi agli spazi panoramici. Osate di più. Ad esempio, discendete dagli altopiani panoramici e completate qualcuno degli itinerari, come il Navajo loop trail, che si dipana tra i pinnacoli. Chi non teme l’altezza, poi, deve fermarsi all’Angel’s Landing, per scattare una foto del panorama straordinario della valle.

Geometrie che lasciano stupiti

Il parco nazionale di Arches prende nome dagli archi naturali che lo costellano. Sono circa duemila, di forme e dimensioni diverse, caratterizzati da colori variegati. Predominano i toni del rosso e dell’arancio, ma anche il senape è ricorrente. Il loro profilo disegna nel cielo geometrie improbabili, che si stagliano da un panorama desertico che incute rispetto. Spesso gli archi stanno solitari, in altri casi si trasformano in ponti che collegano diverse pareti di roccia. La voglia di scalarli e toccarli è irresistibile, ma bisogna accontentarsi di ammirarli, perché la roccia è friabile e fragile e il rischio di danneggiare questi capolavori è alto. Creato nel 1929, il parco contava solo poche formazioni. Poi si è andato crescendo e ora si espande per 77mila acri. Vi consigliamo di parcheggiare e camminare, con il naso all’insù, fino ad imbattervi nel Delicate Arch, un semicerchio perfetto appoggiato sulla roccia a definire nel cielo una traiettoria di sogno. Il vostro viaggio prosegue facendo una sosta al Canyonlands National Park, che ricorda per certi aspetti le emozioni del Gran Canyon, a cui associa anche i paesaggi desertici e la possibilità di arrampicare. Il punto da non perdere è l’Horseshoe Bend, dove il fiume si piega in un’ansa stretta che vista dall’alto è talmente bella da lasciare a bocca aperta anche i più disincantati.



Wyoming

In cerca dell’orso Yoghi

Risalendo verso nord l’ultima sosta è in Wyoming, nel parco di Yellowstone, che qualcuno definisce come una gigantesca pentola a pressione. Perché? Perché secondo gli esperti, se il supervulcano che sta sotto la superficie del parco dovesse eruttare si verrebbe a creare una della più grandi catastrofi naturali della storia. Un’eventualità tutt’altro che probabile comunque, non temete! E approfittate del tempo che avete a disposizione per camminare vicino alle pozze di acqua sulfurea, ammirare i colori cangianti dell’acqua e della roccia, osservare i movimenti sorprendenti dell’Old Faithful geyser. Oltre a queste ricchezze naturali, poi, il parco è famoso per le tante specie animali che ospita. Primi fra tutti gli orsi grizzly, da cui si è preso spunto per i protagonisti di un famoso cartone animato: Yoghi e Bubu. Anche il Bufalo americano ha trovato casa da queste parti. Come per l’orso, però, meglio non invadere il suo territorio e non disturbarlo. Potrebbe arrabbiarsi e diventare pericoloso più del vulcano.