Non pensate però a quali località del Lazio visitare prima di aver esplorato in lungo e in largo i principali quartieri di Viterbo.
In questa guida che vi proponiamo a seguire ci proponiamo proprio di presentarvi quelle che, almeno secondo noi, sono le sue zone più degne di nota, così che possiate godervi sin dal primo momento la vostra vacanza. Non vi resta dunque che mettere in moto e partire da uno dei seguenti:
Centro storico
Questa è la prima tappa obbligatoria, considerando l’elevato numero di attrazioni di primo piano che vi si trovano letteralmente a pochi metri di distanza l’una dall’altra. Tra queste, citiamo lo stupendo Palazzo dei Papi – all’interno del quale spiccano la Loggia e la Sala del Conclave, nella quale si tenevano le udienze dei massimi esponenti della Chiesa Cattolica. Qui, tra l’altro, si tenne la più lunga elezione di un Papa nella storia, durata più di mille giorni tra il 1268 e il 1271.
Di fianco si trovano il Duomo – ben distinguibile in lontananza grazie al suo campanile bicolore e contenente un prezioso abside in stile Barocco – e il Museo del Colle del Duomo – dove vengono gelosamente custoditi reperti archeologici etruschi, romani e medievali, nonché documenti e oggetti preziosi appartenuti a diversi Papi. Sempre qui, il Museo Civico vi stupirà con la sua Pinacoteca contenente le opere “Pietà” e “Flagellazione” di Sebastiano dal Piombo e il “Presepe” – pala d’altare realizzata nel 1488 da Antonio del Massaro.
Quartiere di San Pellegrino
Non appena giunti in questa bellissima zona medievale entrata a far parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO insieme al centro storico, ve ne renderete conto. Qui, infatti, tutti gli edifici e le strade sono costruite in peperino e pietra basaltica, materiali che conferiscono loro il tipico colore grigio scuro. In più, noterete che molte case sono costruite su due piani, hanno il “profferaio” – una scala esterna –, il “richiastro” – un cortile interno comune – e specie di torri – costruite con scopo difensivo mancando mura di cinta intorno al quartiere.
Sulla piazza principale, non perdetevi la chiesa di San Pellegrino risalente al 1045 e il Palazzo degli Alessandri, costruito nella prima metà del secolo XIII con funzione aristocratica.
Pianoscarano
Un tempo separato dal precedente solo dal corso ormai estinto del fiume e dal ponte del Paradosso, questo quartiere viene tuttavia oggi giorno riconosciuto come uno dei più vivaci e autentici di Viterbo. Straordinario vedere come qui, feste tradizionali come la Festa dell’Uva, il Palio delle Botti e la colazione di Pasqua costituiscano al contempo momenti di ritorno al passato e di forte richiamo per i turisti che vogliono vivere momenti di divertimento e comunione diversi dal solito con i locali.
Mentre in zona, passaggio obbligato è la chiesa di origine romanica di Sant’Andrea, caratterizzata dal ben riconoscibile campanile a vela. Una chicca: un tempo i cittadini si rivoltarono contro Papa Urbano V per aver distrutto la fontana del “Piano” – situata nella sua piazza principale –, dopo essere venuto a conoscenza che un locale vi aveva lavato un cane.